Settembre 22, 2023

Mille colori

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Fermati, chiudi gli occhi e immagina il sole scottante che brilla nel cielo azzurro, sgombro da nuvole minacciose, e che illumina la pelle.

Immagina il blu del mare su cui ci si può specchiare e sul quale si poggiano luccicanti i raggi solari.

Immagina il mite venticello che fornisce movimento ai capelli e accarezza la pelle delicatamente, non recando nessun fastidio, ma solo piacere. Immagina di sentire il rumore delle onde che battono sulla spiaggia e il verso dei gabbiani che volano sulla testa, per poi appoggiarsi sul muretto che divide la città animata dalla zona marina.

Pensa di fare e provare tutto questo ammirando, direttamente dal lungomare di Mergellina, l’imponenza del Vesuvio, l’isola di Capri e Castel dell’Ovo, che sorge sull’antico isolotto di Megaride, legato alla terraferma da un corridoio. Ma perché questa denominazione? Si narra che Virgilio che abbia nascosto un uovo magico all’interno di una gabbia nei sotterranei di questo castello, che avesse il potere di mantenere in piedi l’intera struttura. Da questa breve introduzione, penso abbiate capito benissimo che sto parlando della immensa ed unica città di Napoli. Napoli per me è sempre stata una città avvolta dalla magia e che mi è entrata nel cuore sin dalla tenera età. Quando l’ho visitata per la prima volta, il mio cuore batteva così tanto che sembrava volesse uscire dal petto, per l’emozione che stavo provando in quel momento, nel vedere una città tanto sognata. A mio parere, non basta una sola giornata, per contemplare le migliaia di sfumature, di tonalità, dettagli di cui Napoli è costituita, proprio perché ha una incredibile storia alle sue spalle sia culturale che folklorica.

Le cose da fare e da osservare con attenzione sono davvero molte, ma procediamo lentamente, in modo tale da avere un quadro generale. 

Una delle vie più famose da visitare a Napoli è senza ombra di dubbio Spaccanapoli che, come si può già dedurre dal nome, spacca in due il centro della città, dai Quartieri Spagnoli fino al quartiere Forcella. Un’altra delle strade più conosciute a livello mondiale è sicuramente Via Toledo, poiché collega le piazze principali della città e perché offre numerose attività. Scopriamole insieme! 

Innanzitutto qui potete trovare una vasta gamma di negozi a cui poter dare una occhiata e vi assicuro che non vi stancherete nel farlo. Dopodiché signori e signore, la stazione di Toledo. Essa in realtà si trova nel quartiere di San Giuseppe, ma ha tre uscite: una a Via Toledo, una a Via Diaz e l’ultima a piazza Montecalvario. Essa viene considerata dal quotidiano inglese “The Daily Telegraph”, la stazione più bella d’Europa e del mondo e adesso vi spiegherò perché. Si tratta di una delle cosiddette stazioni d’arte, ideate per arricchire la cultura personale attraverso valori estetici ma anche didattici, così da far conoscere il significato della bellezza ma allo stesso dell’arte contemporanea. Mentre scendete attraverso le scale mobili, potrete ammirare il grande crater de luz, giocato su un sistema di luci LED, che si estende per circa 40 metri. Potrete successivamente fare un tuffo nelle piastrelle per piscina che rimandano agli abissi marini, poi riemergere e ritrovarvi nel cuore dorato di un vulcano. Ma adesso torniamo a noi, e trasferiamoci a Piazza del Plebiscito, una delle piazze simbolo di Napoli e nella quale si erge la basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, caratterizzato da un immenso colonnato semicircolare che circonda la piazza. E se fino ad ora abbiamo parlato solo di alcune delle tante opere architettoniche che potete visitare in questa suggestiva città, passiamo ora al suo folkore. Il popolo napoletano ha sempre nutrito rispetto nei confronti delle popolazioni che hanno abitato in passato la loro città e che hanno dato vita alle loro numerose caratteristiche culturali.

Sapevate che a Napoli c’è il cosiddetto caffè sospeso? Quando vi fermate al bar, potete infatti pagare un caffè,il caffè sospeso, lasciato come regalo al prossimo cliente. Questa è una usanza, testimonianza della generosità, disponibilità e gentilezza dei napoletani, che viene messa in atto per festeggiare una buona notizia. Tra le più popolari maschere nella commedia dell’arte italiana e mondiale, abbiamo lui, Pulcinella, personaggio emblematico napoletano pigro, vorace, chiacchierone e divertente, che con il suo naso a becco fa sempre spuntare un sorriso sul volto delle persone. Potete trovarlo nelle vie di Napoli in ogni sua forma, come burattino, statuina o murales. Le sorti della città e della popolazione stessa sono nelle mani del santo patrono, San Gennaro, li cui miracolo è un evento conosciuto in tutto il mondo. Esso avviene tre volte l’anno e consiste nello scioglimento del suo sangue posto nell’ampolla custodita nel Duomo di Napoli. Se non si scioglie, si crede che qualche sciagura si verificherà nella città. Adesso farò un indovinello, ma non barate eh! Molte persone lo affrontano con molto coraggio, tagliandolo persino sulla pizza diavola…che cos’è? 3,2,1…ci siete? Il peperoncino. In questa città il peperoncino, noto anche come corno o cornetto, assume il ruolo di portafortuna: è molto frequente il suo utilizzo, tant’è che le persone lo mettono dappertutto, nei portafogli, come portachiavi… soprattutto da parte di chi va alla ricerca della fortuna e di buona salute. Però per far si che questo accada, deve essere rigorosamente fatto a mano e regalato. A malincuore, il nostro viaggio finisce qui e spero tanto di aver fatto nascere in voi un po’ di curiosità e stupore nel leggere questa breve guida sulla partenopea Napoli.

Ma ci avevate davvero creduto? Pensavate che potessi lasciarvi così senza aver prima parlato della regina, icona della gastronomia italiana e mondiale? Ce l’hanno copiata, imitata, rivisitata in ogni maniera, ma quella napoletana non la batte nessuno: la pizza. La pizza napoletana nasce intorno al 1600 poiché si sentiva la necessità di rendere più gustosa, più ricca e particolare la schiacciata di pane. Bisognerà attendere fino al 1889, anno in cui re Umberto l e la regina Margherita fecero visita nella città, dando vita alla prima classica pizza “pomodoro e mozzarella”, che prende l’odierno nome dall’allora sovrana.Adesso però è davvero arrivato il momento di lasciarci, ma non preoccupatevi perché torneremo presto con una nuova città, una nuova cultura e una nuova tradizione da scoprire.

Federica Pompei, 2^A

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