AMERICAN BEAUTY
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Titolo: American Beauty
Regia: Sam Mendes
Genere: Drammatico
Durata: 162 minuti
Cast: Kevin Spacey, Mena Suvari, Thora Birch, Wes Bentley, Annette Bening, Chris Cooper
Data di uscita: 21 Gennaio 1999
Premi: Oscar al miglior film, Oscar alla miglior regia, Oscar al miglior attore protagonista, Oscar alla migliore sceneggiatura originale, Oscar alla migliore fotografia, Golden Globe al miglior film drammatico, Golden Globe alla miglior regia, Golden Globe alla miglior sceneggiatura, BAFTA Award al miglior film, BAFTA Award al miglior attore protagonista, BAFTA Award alla migliore attrice protagonista, BAFTA Award alla miglior fotografia etc.
Paese: America
Distribuzione: Dreamworks Picture
Sceneggiatura: Alan Ball
Fotografia: Conrad L. Hall
Montaggio: Tariq Anwar, Christopher Greenbury
Musiche: Thomas Newman
Produzione: Jinks/Cohen Company
Trama: Lester conduce una vita a tutti gli effetti normale: padre di una ragazza adolescente, ha un lavoro e un matrimonio stabile.
Tuttavia l’ordinarietà delle sue abitudini e della sua routine lo portano a perdere sé stesso sotto un velo di consuetudini. Questo equilibrio, che lo fa sentire, a suo dire, “sedato”, viene ribaltato quando incontra una giovane e bella amica della figlia, avvenimento che risveglia in lui un’inarrestabile voglia di riscoprire la vita.
Recensione: American Beauty è un film che ha fatto la storia del cinema contemporaneo: la brillantezza della sceneggiatura e la delicatezza ironica della mano di Mendes contraddistinguono la pellicola.
La sceneggiatura è stata ritenuta da alcuni controversa, venendo spesso associata alla versione del 1997 di Lolita, diretta da Adrian Lyne; chiunque faccia tale associazione palesa la propria scarsa conoscenza di entrambi i film, poiché Lolita tratta dell’amore che un uomo adulto prova nei confronti di una giovanissima ragazza, mentre American Beauty esplora temi e sentimenti molto più profondi: la perdita della propria identità, l’amore, il desiderio e la bellezza. Ed è proprio la bellezza a fungere da fil rouge del film, non raccontata in maniera scontata come “la bellezza nelle piccole cose”, ma come mezzo funzionale al proprio dialogo con se stessi, con il resto del mondo e con Dio (ricordiamo l’iconico e commovente monologo sulla busta di plastica); è qui infatti che entra in scena Angela, la ragazza da cui il protagonista è irrimediabilmente attratto: dopo non essere riuscito a trovare bellezza nella propria vita per molto tempo, Lester per la prima volta riscopre qualcosa di bello.
Per quanto riguarda il lato tecnico del film, vanno ricordati i settori della fotografia e della colonna sonora: il primo è caratterizzato da una particolare nitidezza e da colori molto tenui, che evidenziano la correlazione tra la morbidezza dell’immagine e quella delle vicende narrate; il secondo invece contraddistingue la pellicola, in quanto, composta da Thomas Newman, la colonna sonora di American Beauty è una delle più celebri degli ultimi vent’anni, data la sua finezza e leggerezza.
Trivia: -Il nome American Beauty fu scelto siccome perfettamente calzante: oltre a descrivere il contenuto del film, l’american beauty è anche una tipologia di rose, fiore simbolo ricorrente durante la pellicola.
-Le scene improvvisate da Kevin Spacey tenute poi nel taglio finale sono due: quando si trova in macchina e canta American woman, e quando lancia contro il muro il piatto di asparagi.
-Come racconta nel suo Oscar speech Alan Ball, lo scenografo, si trovava seduto in un bar a New York quando vide volare davanti a sé una busta di plastica: questo ispiró la sua idea per il film.
-Lucrezia Di Giovannantonio, Vittoria Salce
best film ever